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Martedì, 01 Ottobre 2013 08:46

Fondi Ue, ultima chiamata

Scritto da 

mauro maccauro2009Troppi passaggi, troppi interventi, troppi obiettivi e scarsa progettazione possono nuocere oltremisura. Ormai lo sappiamo. Proviamo, pertanto, per il nuovo ciclo di programmazione 2014-2020 a invertire la rotta e, anziché correre maratone per cui non siamo sufficientemente allenati, recuperiamo una marcia da Paese normale

Nelle ultime settimane, una parola su tutte è balzata agli onori delle cronache: responsabilità. Che si tratti del recupero della Concordia, della tenuta del Governo o delle scelte determinanti per intercettare i modesti segnali di ripresa economica, pare che sia arrivato il momento – prima come singoli e poi come Paese - di assumerci l’obbligo di decidere, agire e rispondere del proprio operato.

 


Anche in merito alla questione dei Fondi Strutturali, alla vecchia e nuova programmazione degli stessi, sarebbe a mio avviso necessario – prima ancora del chiedersi e definire come impiegare tali risorse – rivoluzionare lo spirito di fondo che in questi anni l’ha permeata.
È tristemente noto, infatti, come la programmazione dei Fondi Europei 2007-2013 - e precedentemente quella 2000-2006 - abbia scontato non pochi deficit, nonostante il rush finale per la spesa che l’ha contraddistinta e che ha fatto della Campania la prima Regione in Italia per impegno sui fondi Por, come certificato dal Centro Studi di Bankitalia lo scorso giugno, evitando così di un soffio la procedura di disimpegno automatico da parte dell’Europa.


Troppi passaggi, troppi interventi, troppi obiettivi e scarsa progettazione possono nuocere oltremisura. Ormai lo sappiamo. Proviamo, pertanto, per il nuovo ciclo di programmazione 2014-2020 a invertire la rotta e, anziché correre maratone per cui non siamo sufficientemente allenati, recuperiamo una marcia da Paese normale.


Il nuovo ciclo di programmazione 2014-2020 infatti - vale la pena ricordarlo - è l’ultimo treno da prendere: non sono più ammessi ritardi, non sono concessi più sbagli come accaduto in passato, né tanto meno sono più consentiti scarichi di responsabilità che demandino genericamente ad altri fallimenti e colpe.


Bene, quindi, l’istituzione dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, avvenuta lo scorso agosto, se questa servirà non solo a fornire un migliore coordinamento tra le Regioni e un maggiore impulso nell’indirizzo e nell’attuazione degli interventi cofinanziati, ma anche a far emergere in modo puntuale errori e responsabilità, così da sapere – risultati alla mano – chi ha amministrato e scelto bene utilizzando i soldi dei contribuenti.


Cominciamo ad avere gli strumenti per giudicare l’effettivo raggiungimento o meno degli obiettivi, uscendo dalla logica perdente del “se siamo tutti responsabili, nessuno è responsabile”. Lavoriamo per creare – questa volta sì tutti, forze politico-istituzionali e rappresentanze dell’impresa e del lavoro – un sistema realmente trasparente, cosicché si sappia, e con contezza, come sono state utilizzate le risorse che l’Europa ci mette a disposizione.


Confindustria c’è e ci sarà. Sulla riprogrammazione dei fondi rimanenti per il ciclo 2007-2013 ha proposto di collocare le risorse su credito, investimenti delle imprese, riqualificazione del patrimonio pubblico, promozione dell’occupazione.
Queste stesse priorità dovranno essere il faro anche della fase di avvio del nuovo ciclo 2014-20.
Al centro dovrà esserci insomma l’impresa e il lavoro e il disegno strategico di quale Italia vorremmo nei prossimi dieci anni. 


La Commissione Europea ha assegnato all’Italia 30 miliardi di fondi, di cui i 2/3 sono appannaggio delle regioni del Sud.


Non sciupiamo quest’ultima occasione di ridare slancio concreto al paese, potenziando i settori del turismo, dei servizi, della cultura, dell’agroindustria ma, soprattutto, non perdiamo la chance di rinnovare il nostro modo di fare impresa, investendo di più in conoscenza, ricerca e tecnologie digitali.
Del resto, è l’Europa che ce lo chiede, ma è l’Italia tutta ad averne bisogno.

 

Mauro Maccauro

Presidente Confindustria Salerno - Associazione degli Industriali della Provincia di Salerno