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Giovedì, 10 Dicembre 2015 09:33

Contrasto alla illegalità, una partita da vincere

Scritto da 

mauro maccauro2009Occorre l’impegno di tutti – imprese, istituzioni, cittadini – perché venga ripristinato un contesto di leale competizione tra i soggetti del mercato che, oltre a essere indispensabile per la nostra economia, è oggi quanto mai utile a rinsaldare la fibra sociale sana del Paese

Fuga di cervelli ma non solo. A scappare dal Sud d’Italia, oggi, non sono esclusivamente i giovani in cerca di un lavoro, ma anche le mafie. Da qualche anno, infatti, assistiamo a un doloroso paradosso: non sono più i nostri territori la meta preferita del losco giro d’affari di camorra & C., ma il Nord del Paese. Anzi, meglio ancora, l’estero.

 

La malavita ha ormai allungato i tentacoli ed è cresciuta, espandendosi anche in Europa. I gruppi criminali hanno saputo inserirsi con successo nei meccanismi e nei flussi della globalizzazione tanto da allargare di molto il loro atlante.
Eppure, nei programmi dei politici, si parla ancora troppo poco di cosa fare in concreto per contrastare questa economia celata che ha cifre di business da capogiro.
È una realtà drammatica con cui bisogna fare i conti e che chiede una lotta senza riserve e senza quartiere.


Va però sottolineato – come ricordato a Raffaele Cantone, Presidente Autorità Nazionale Anticorruzione, in occasione di un interessante convegno organizzato dal Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Salerno, in collaborazione con la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Ateneo salernitano – che, oltre a quella emersa, che agisce con mezzi e modalità note, esiste una malavita che non viene neppure registrata, che passa sotto traccia ma che non ha mai smesso di investire, magari non mettendoci la faccia ma il capitale e che fa spietata concorrenza agli imprenditori sani. 


È quella del “nostro vicino di impresa”, quello che in apparenza è imprenditore come noi, ma la cui azienda anche in tempi di crisi non conosce battute d’arresto, quella cui non mancano mai i fondi e le commesse e che non ha concorrenti né nel mercato domestico, né in quello oltreconfine.
Altro che barriere e dazi doganali!


Ho chiesto a Cantone di impegnarsi anche su questo versante, certo di non domandare invano.


Da sempre, infatti, ho piena fiducia nella Magistratura e nelle Forze dell'Ordine. Avevo vent'anni nel 1992 quando è scoppiata Tangentopoli e quando poi sono stati uccisi i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. La mia generazione ha nel proprio dna la lotta alla corruzione, alla criminalità e all'illegalità diffusa. Rientra nella scala dei valori fondanti dei miei coetanei e nella mia.
Per questo, abbiamo il dovere di continuare senza esitazioni su questa strada, avendo come faro la certezza che la legalità non è solo il rispetto delle leggi. È molto di più: è quella promessa di onestà tra un individuo e la comunità che lo accoglie che si fa patto e che va difesa nell’interesse di una società realmente libera e democratica.


Occorre l’impegno di tutti – imprese, istituzioni, cittadini – perché venga ripristinato un contesto di leale competizione tra i soggetti del mercato che, oltre a essere indispensabile per la nostra economia, è oggi quanto mai utile a rinsaldare la fibra sociale sana del Paese. Ci auguriamo, parafrasando proprio Paolo Borsellino, che «contro la mafia, oltre ai tifosi, comincino ad esserci sempre più giocatori».

 

Mauro Maccauro

Presidente Confindustria Salerno - Associazione degli Industriali della Provincia di Salerno

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