Stampa questa pagina
Martedì, 06 Ottobre 2015 08:15

La ripartenza della macchina Italia

Scritto da 

mauro maccauro2009Seppur ancora minimi, segnali positivi per Pil e occupazione riaccendono la fiducia nella crescita del Paese

 

Chi esagera la chiama “ripresa”, i più entusiasti “risveglio”, i bene informati “recupero”: ciò che è certo – al di là della esattezza o meno del termine utilizzato per parlarne – è che da più parti i segnali positivi per Pil e occupazione nel nostro Paese sono confermati.

L’aggiornamento settembrino delle statistiche del Centro Studi di Confindustria, ad esempio, aggiunge uno 0,2% alla previsione del prodotto italiano per quest’anno. Non sarà l’optimum, ma quella variazione al rialzo è senz’altro lo stimolo necessario per ripartire, quella dose di fiducia indispensabile ad aziende e famiglie per orientarsi e credere finalmente in una ripresa economica più stabile e duratura.
Se non tutto è perduto per il nostro Paese, parte del merito va senz’altro proprio al manifatturiero, capace in questi anni bui di coniugare saperi antichi con design, innovazione e ricerca e di rimodulare le mission aziendali riposizionandosi sul mercato internazionale.
Vero è che non per tutti, già oggi, il tempo volge al sereno. Qualche comparto tarda a riprendere fiato: è il caso del settore edile e della filiera ad esso connessa - per citarne uno, forse il primo in ordine di urgente mancato recupero – che ancora stenta a tornare a galla, probabilmente perché il fatturato delle sue aziende dipende in larga misura dalle commesse interne e la debolezza degli investimenti in costruzioni le penalizza non poco.
Ciononostante, crediamo che il nostro Paese abbia tutte le capacità e le possibilità per ripartire definitivamente, sia perché non vogliamo iscriverci nella lista dei gufi, sia perché vorremmo ormai superato il paradosso comunicativo che calcola gli effetti della crisi fin dal suo inizio, il 2009, quando - a dirla tutta - in molti e per più di un biennio neanche si accorsero di quello che stava succedendo e, di conseguenza, non seppero affatto porvi rimedio.
Se ogni qualvolta si parla di crisi si parte dall’anno zero, è ovvio che il miglioramento delle performance economiche, quando c’è, è così minimo da sembrare risibile, ma se invece si cominciasse a fare più corretto riferimento agli ultimi tre anni, non si potrebbe non rilevare che gli sforzi per rimettere in piedi, e poi in sesto, i fatturati delle aziende si sono fatti e sono stati tanti.
Piuttosto che rimuginare pertanto sulle negatività che hanno caratterizzato le analisi del passato, vogliamo – con prudenza - guardare a quanto di buono sta accadendo.
Partendo dalle nostre fabbriche. Il combinato disposto tra le nuove regole contenute nel Jobs Act e gli sgravi contributivi triennali previsti per le nuove assunzioni a tempo indeterminato ha funzionato: le aziende messe nelle giuste condizioni di fare impresa non hanno tardato a rispondere, assumendo. E ancora più significativo, ne siamo certi, potrebbe essere l’aumento dell’occupazione se la prossima Legge di Stabilità 2016 rendesse strutturale la riduzione delle tasse alle imprese che assumono al Sud.

Le aziende di questo hanno bisogno perché il timore del futuro lasci il posto definitivamente all’entusiasmo e torni prepotente la voglia di investire. Se riparte il mercato domestico, se ritornano le commesse interne, la macchina Italia - senza trucchi - può davvero riprendere a correre.

Mauro Maccauro

Presidente Confindustria Salerno - Associazione degli Industriali della Provincia di Salerno

Ultimi da Mauro Maccauro

Articoli correlati (da tag)