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Martedì, 14 Aprile 2015 07:34

Nuova occupazione, la riforma del lavoro da sola non basta

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mauro maccauro2009Se le aziende in questi anni hanno smesso di assumere non è stato per la rigidità dei contratti, quanto piuttosto per la carenza di domanda

 

Lo scorso 7 marzo sono entrati in vigore i primi due decreti attuativi della Riforma del mercato del Lavoro promossa dal Governo Renzi, l’uno riguardante le disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria e di ricollocazione dei lavoratori disoccupati e, l’altro, le disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti.

Dal punto di vista politico, Confindustria ha espresso un giudizio complessivamente positivo su questi due primi passi.
Il decreto sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in realtà rafforza l’impianto già delineato timidamente dalla legge Fornero, in quanto estende l’ambito di applicazione della tutela economica che diviene, oramai, la vera e propria garanzia di riferimento in caso di licenziamento illegittimo, avvicinando la nostra legislazione a quella che prevale in Europa. Viene inoltre predeterminata la misura dell’indennizzo sulla base dell’anzianità di servizio del lavoratore, con conseguente possibilità di prevedere la misura esatta della sanzione.
Il decreto NASpI, invece, costituisce parte del più complessivo intervento disegnato dal legislatore nel Jobs Act che comprende anche la ridefinizione degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro e, soprattutto, un radicale intervento sulle politiche attive. Su questa misura, pertanto, Confindustria potrà formulare un giudizio complessivo una volta che l’intero progetto sarà ultimato, non certo oggi.
Ambedue i temi, insieme a quello potremmo dire “preliminare” degli sgravi contributivi triennali per le nuove assunzioni a tempo indeterminato previsti dalla Legge di Stabilità 2015, sono stati approfonditi nel corso di una giornata di studio tenuta presso la nostra Associazione il 16 marzo scorso, che ha visto relatori il professore di Diritto del Lavoro all’Università La Sapienza Arturo Maresca, il Direttore dell’Inps di Salerno Clelia Petrone e Antonio Negri e Aniello D’Elia sempre dell’Inps di Salerno.
All’indomani dell’incontro informativo, poi, per cominciare a fare una stima del grado di conoscenza delle nuove norme da parte delle aziende salernitane e del possibile impatto che la riforma potrà avere sulle politiche di assunzione del personale sul nostro territorio, abbiamo avviato un’indagine tra le aziende nostre associate anche per meglio orientare i servizi da noi offerti in materia di lavoro e la politica di rappresentanza sul tema. Nel mentre che attendiamo di conoscere il sentiment in cifre delle imprese, ci preme ribadire anche in questa sede che qualsiasi riforma, benché condivisibile, non può da sola creare nuovi posti di lavoro. È il mercato, nella sua complessità, a determinare le condizioni economiche necessarie a favorire l’ingresso di nuovo personale in azienda. Se le aziende in questi anni hanno smesso di assumere, quindi, non è stato solo per la rigidità dei contratti, quanto piuttosto per la carenza di domanda. Al contrario, saranno ben liete di tornare ad assumere se e quando torneranno anche le commesse necessarie, essendo disposte a tutto pur di avere in squadra i lavoratori migliori.

La ricetta per creare nuova occupazione non si risolve con un provvedimento, ma resta la stessa di sempre per il nostro Paese: sviluppo e una nuova sensibilità industriale.

Mauro Maccauro

Presidente Confindustria Salerno - Associazione degli Industriali della Provincia di Salerno

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