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Giovedì, 05 Febbraio 2015 15:12

Legge di Stabilità e riforme, il Paese aspetta la primavera italiana

Scritto da 

mauro maccauro2009

Solo a marzo la Finanziaria 2015 - passato l’esame europeo - potrà entrare nel vivo, così come il Jobs Act di cui si attendono ancora i decreti attuativi

 

Il 22 dicembre scorso l'Aula della Camera dei Deputati ha approvato, in via definitiva, la Legge di Stabilità 2015 del Governo Renzi, un pacchetto di misure nato con il preciso intento di restituire competitività al Paese.
Con buone probabilità - questa volta pare senza riserve, senza alcun beneficio del dubbio e senza provvedimenti aggiuntivi - la manovra finanziaria italiana supererà l’ultimo esame della Commissione Europea atteso il prossimo fine marzo, quando è previsto il voto finale dell’Europa sulle prospettive di correzione dei conti pubblici, aggiustamento che potrebbe essere di appena lo 0,25%, inferiore quindi a quello 0,50% stabilito dal Fiscal Compact.
Il deficit strutturale italiano può essere modificato – lo ricordiamo - solo perché, proprio con la Legge di Stabilità 2015 il Paese, ancora in affanno come altri dell’Eurozona, sta provando a mettere in piedi quelle riforme ritenute propedeutiche per la ripresa definitiva dell’economia.
Per l’Italia un’occasione di credito aggiuntiva sì, ma a scadenza e irripetibile.
Agli occhi dell’Europa, quindi, ma anche degli italiani stessi, diventa fondamentale ora che le promesse di rilancio vengano mantenute, che si passi dagli impegni ai fatti anche per non vedere precipitare nel vuoto quegli “aiuti” extra provenienti nelle ultime settimane dalla BCE.
Il contesto, questa volta, sembra nostro alleato.
Secondo le proiezioni del Centro Studi di Confindustria, rese note nei giorni scorsi, c’è di che essere ottimisti: dopo più di sei anni di agonia, il 2015 dovrebbe essere l’anno del segno più per PIL e occupazione, merito anche della positiva combinazione di fattori esogeni alle dinamiche interne al Paese che aiutano il nostro e altri manifatturieri dell’Europa, come il crollo del prezzo del petrolio, la svalutazione del cambio dell’euro, l’accelerazione del commercio mondiale e la diminuzione dei tassi di interesse a lungo termine. Il beneficio dell’unione di questi elementi potrebbe portare il prodotto interno lordo italiano – dicono a Viale dell’Astronomia - al 2,1% nel 2015 e al 2,5% nel 2016.
Restano da fare però – per dirla con Mario Draghi – i nostri compiti a casa, ovvero è il Paese che al suo interno deve recuperare le mosse e i tempi giusti.
È necessario pertanto che, unitamente alla Legge di Stabilità, proceda senza più pause e a passo spedito il disegno di legge per certi aspetti ancora più importante sul lavoro.
Le aziende attendono infatti i decreti attuativi della riforma del mercato del lavoro che dovranno rendere operativi da marzo sia il contratto a tutele crescenti, sia la Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego (NASPI).
Grazie a questi interventi dovrebbe essere possibile invertire il trend sull’occupazione, che da obiettivo diventerà finalmente risultato.
Questo sarà il vero banco di prova perchè senza il rilancio degli investimenti ormai dovrebbe essere chiaro - che si chiami BCE, dollaro o Brent - non c’è alcun deus ex machina capace di salvare il nostro Paese.

Mauro Maccauro

Presidente Confindustria Salerno - Associazione degli Industriali della Provincia di Salerno