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Martedì, 03 Giugno 2014 08:12

Rivalutazione dei beni d’impresa: il Governo ci ripensi

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Il Paese sarà credibile nella misura in cui i cittadini, le imprese e i contribuenti tutti avranno la certezza e la serenità di poter pianificare i propri progetti basandosi su di una legislazione che non muti in maniera così repentina, innescando danni anziché benefici

Con l'approvazione della Legge di Stabilità (27/12/2013, n. 147), dal primo gennaio di quest’anno agli imprenditori è stata concessa la possibilità di tornare a usufruire dell'opportunità di rivalutare beni d'impresa e partecipazioni. 

 
Il Legislatore aveva stabilito, inoltre, che l’imposta sostituiva derivante da questa operazione potesse essere versata in un’unica soluzione, oppure in tre tranches annuali di eguale importo, ma senza alcuna maggiorazione di interesse.


Quattro mesi più tardi - dopo cioè che le aziende decise a cogliere questa opportunità avevano già approvato i loro bilanci - tra i vari interventi del Decreto 24/4/2014 n. 66 ne spunta fuori uno che cambia le carte in tavola a gioco ormai avviato:  l’art. 4 c. 11 di tale decreto, infatti, dispone che l’imposta sostitutiva sia corrisposta per intero e non in tre anni come originariamente era stato stabilito.


Per meglio chiarire, quindi, entro il prossimo 16 giugno le aziende dovranno versare l’intero importo della imposta sostitutiva, almeno secondo quanto stabilisce la stesura attuale della norma in argomento.


Per cercare di porre rimedio a questo cambio in corso d’opera, nelle scorse settimane abbiamo scritto al Presidente Giorgio Squinzi e al Presidente del Comitato tecnico per il Fisco di Confindustria Andrea Bolla.


Condividendo i nostri rilievi, entrambi hanno prontamente risposto di aver chiesto il ripristino della rateizzazione alle Commissioni Parlamentari che se ne stanno occupando e di aver altresì segnalato l’opportunità di modificare la disciplina, prorogandola di un anno, così da permettere alle aziende di rivalutare i beni di impresa anche ai soli fini civilistici e avere di rimando bilanci di maggiore consistenza patrimoniale. Al momento in cui scriviamo, uno degli emendamenti del governo, a firma del viceministro dell’economia e delle finanze, Enrico Morando, all’esame delle commissioni bilancio e finanze del senato, prevede il ripristino delle tre rate, ma solo fino a dicembre di quest’anno.


Al di là degli evidenti effetti che tale modifica potrà comportare per le aziende in termini di ulteriore restrizione della propria liquidità, c’è un punto su cui invitiamo il Governo a riflettere.


Un Paese sarà credibile nella misura in cui i cittadini, le imprese e i contribuenti tutti avranno la certezza e la serenità di poter pianificare i propri progetti basandosi su di una legislazione che non muti in maniera così repentina, innescando danni anziché benefici.


La vicenda della Tremonti-bis del 2001 grida ancora vendetta.

Mauro Maccauro

Presidente Confindustria Salerno - Associazione degli Industriali della Provincia di Salerno